INNOVACTION STORIES: DARIO MUSUMECI, “A INNLAB HO IMPARATO A RIDIMENSIONARE LE DIFFICOLTÀ”

Marzo 31, 2015
admin

 

Dario Musumeci, 24 anni, alumno del 2013, si è laureato lunedì in Economia e management, ma già da inizio gennaio lavora a San Paolo per una startup che si occupa di consulenza per piattaforme di e-learning ad alto contenuto innovativo.

Dopo aver frequentato InnovAction Lab ho cambiato idea circa quello che posso fare. Ho letteralmente ridimensionato il concetto di difficoltà. Qualunque cosa si può fare. Puoi anche creare la tua azienda. Durante il corso ho imparato cose che all’università non pensi neppure siano alla tua portata. Prima di InnovAction Lab non mi sarebbe mai venuto in mente, per esempio, che insieme a un team di persone capaci avrei potuto raggiungere ottimi risultati, che con una buona idea e con tanta tanta execution puoi creare la tua azienda dal nulla.

Terminata InnovAction Lab volevo fortemente fare un’esperienza all’estero, così sono partito per l’Irlanda. Là ho avuto il piacere di condividere casa con diversi brasiliani e ho iniziato a imparare un po’ il portoghese. Tornando in Italiano avevo deciso che volevo a tutti i costi provare un’esperienza forte, tentando di andare in Brasile e così iniziato a provare diverse strade per raggiungere il mio obiettivo. Ho contattato imprese italiane con sede Oltre Oceano, sono stato al consolato, all’ambasciata, ho provato a cercare supporto alla Camera di commercio, ma nulla. Un giorno mi è venuto in mente che Diego Falanga, un alumno del 2013. originario di Catania come me, aveva fatto la tesi presso l’incubatore dell’Università di San Paolo. L’ho contattato e Diego mi ha introdotto ai fondatori della startup con cui lavoro ora. Abbiamo fatto un colloquio via Skype, in inglese non avendo la minima conoscenza della lingua portoghese, e colpiti dal mio background e soprattutto dall’aver partecipato ad un corso come InnovactionLab, mi hanno offerto un contratto di stage trimestrale.

A ottobre 2014 ho iniziato a studiare il portoghese e ora lo parlo anche al lavoro, nonostante non mi sia richiesto. Dopo i primi tre mesi mi è stato proposto un contratto a tempo indeterminato e adesso sono deciso a rimanere qui almeno per qualche tempo.

Durante InnovAction Lab mi sono divertito tanto e ho imparato a risolvere diversi problemi. La mia startup, Quovadish, era partita con un team in cui c’erano due economisti, ma presto sono rimasto da solo a fronteggiare tutti i problemi che emergevano. Molti di quelli mi si stanno riproponendo qui ora, perché la startup in cui lavoro ha scelto di fare un pivot cambiando completamente il target. In pratica, mi sono ritrovato a fare di nuovo InnovAction Lab. La differenza però si sente: qui ci sono di mezzo parecchi soldi e si rischia per davvero, mentre a InnovAction Lab, almeno all’inizio, hai molta meno responsabilità.

Per me InnovAction Lab è stato un percorso abbastanza difficile perché l’ho affrontato mentre scrivevo la tesi del corso di laura triennale. All’università purtroppo non si ha il tempo o la voglia di fare esperienze simili, di farti toccare con mano cos’è il mondo del lavoro. L’università non ti prepara al mercato. InnovAction Lab mi ha insegnato soprattutto che le cose si possono fare e si possono fare in fretta. Quando vedo persone che per realizzare quello per cui è sufficiente una settimana ci mette un mese, a volte mi ritrovo io a fare l’Augusto della situazione!

Il momento più difficile di InnovAction Lab arriva quando, alle prove di pitch, dove tu hai alle spalle ore di duro lavoro e poco sonno, e ti sembra di avere tutto chiaro, alla fatidica domanda “Chi ha capito quello che fanno” nessuno alza la mano. Lì capisci che hai sbagliato e che lavorare tante ore chiusi in un ufficio non è sufficiente se quello che stai facendo non trova riscontro nella vita reale o non sei capace di venderlo.

Con Quovadish ci siamo scontrati con il mondo reale e con una concorrenza che non potevamo affrontare. Il nostro progetto era troppo simile a quello che fa Just Eat. Abbiamo provato per poche settimane a portare avanti la startup, ma ci siamo resi presto conto che non avevamo le capacità di farlo. Io avevo già previsto di partire per l’Irlanda e così ho fatto. I miei compagni di startup, Gabriele Proni ed Emanuele De Amicis, in seguito hanno invece co-fondato Voverc insieme a un altro innlabber e ora stanno seguendo il programma di accelerazione di LUISS ENLABS.

Oggi sto lavorando in un ambiente startupparo e sto scoprendo un nuovo mercato. Qui in Brasile il mercato è un po’ più indietro rispetto all’Europa, e per certi aspetti questo è un vantaggio in termini di sviluppo e di concorrenza. Mi piacerebbe in futuro lanciare in Brasile una mia startup. Non credo di tornare in Italia, almeno per adesso,perché a San Paolo sto scoprendo parecchie opportunità di crescita personale e professionale.

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DARIO MUSUMECI